Non ho tempo per andare al mare by Mari Accardi

Non ho tempo per andare al mare by Mari Accardi

autore:Mari Accardi [Accardi, Mari]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Mari Accardi; narrativa italiana; Palermo; turismo; condizione femminile
editore: Nutrimenti
pubblicato: 2024-05-21T08:16:50+00:00


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“Che ci facciamo qui? È la casa di un poeta?”, ha chiesto il Pedante. In effetti, fermarsi davanti a quella villetta anonima senza nessuno che salutasse dal balcone era come guardare un monumento in stato di abbandono. “Questa è casa mia”, ho detto senza orgoglio. Il simbolo di una famiglia in disfacimento. Nessuno stavolta faceva foto.

“Sono preoccupata perché mia madre si è rinchiusa in un ospizio insieme a mia nonna, e mio padre non sa badare a sé stesso. Dalle nozze lui e mia madre non si sono separati neppure un giorno. Per quasi quarant’anni. Le volte che mia madre faceva i turni in ospedale, quando mia nonna era ricoverata, lui dormiva nel parcheggio. La mattina ritrovavamo la macchina circondata dai cani. Mio padre diceva che quello era il suo talento più grande: ispirare fiducia ai randagi. Non abbiamo mai capito a che servisse”.

“Non poteva andarci anche tuo padre nella casa di riposo?”, ha chiesto la Spugna.

“Non ama la gente”.

“Io vivo in una casa di riposo”, ha detto il Simpatico, “ed è come stare in un hotel all inclusive, solo che ci sono le infermiere al posto delle hostess”.

Sopra il tettuccio dell’Audi erano ammucchiate scatolette di carne per i gatti, scatolette di Simmenthal, di ceci, un barattolo di maionese e una forchetta. Margherita l’aveva visto inzuppare le fette biscottate nel barattolo di sugo pronto.

“È proprio depresso”, ha detto la Cinica.

“Gli servono forze per combattere. Deve mangiare sano”, ha detto l’Emotiva, che in quel momento stava scartando la torta della colazione che aveva avvolto nella stagnola. La sua borsa era piena di pacchi argentati con gli avanzi dei pasti, i suoi vestiti puzzavano di olio rancido. Più volte i camerieri dell’albergo si erano lamentati per averla vista ‘rubare’ il cibo. Lei non capiva perché consumare in un secondo momento qualcosa che le spettava fosse considerato rubare.

“Ma alla nostra età come volete che combatta?”, si è intromesso la Spugna.

“Parla per te, io ho energia da vendere”, ha detto la Sorella espansiva.

“Beh”, ho detto, “Margherita ha chiesto il divorzio a settantadue anni. Ha comprato una jacuzzi e vende coperte fatte a maglia. Si è pure aperta un profilo Instagram che sta diventando popolare”.

“Come si chiama?”.

Il nome era ‘Maglia baldracca’. Gli Audaci mi avrebbero chiesto il significato di ‘baldracca’, b-a-l-d-r-a-c-c-a, e non avevo voglia di spiegarglielo.

“Non mi ricordo. Ve lo faccio sapere”.

“Per una donna è più facile stare da sola, a qualsiasi età”, ha detto la Sorella schiva. “Gli uomini sono stati educati a farsi riverire dalla mamma o dalla moglie. Sono meno indipendenti di noi anche se ci hanno sempre fatto credere il contrario”.

“Io mi stiro i vestiti da solo”, ha detto il Manager.

Mio padre era a petto nudo sopra una scala e cercava di cambiare la lampadina di un faretto. Per non schiacciare Crema, in mezzo ai suoi piedi, muoveva solo il busto. I movimenti erano incerti, goffi e la scala traballava. Era un compito che di solito spettava a mia madre, o a Adela.

“Dov’è finito quel ragazzino coraggioso che ha guidato un furgone?”, gli ho detto quando sono entrata.



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